Karting Misano – Pista Riviera Verde

Karting Misano – Pista Riviera Verde

 

“RIVIERA VERDE”

LA MONZA DEI GO-KART

Le curve sono paraboliche emozionanti. Progettata da quel genio di Cesarino Berardi, venne aperta nel ’59

Il karting Misano “Pista Riviera Verde” è una piccola Monza. Alcune curve sono delle adrenaliniche paraboliche inclinate ampie una dozzina di metri.

Per i pochi che non lo sanno, si trova vicino a quella che fu la casa colonica (oggi show room di porte e finestre) della famiglia Righetti, a pochi metri da Portoverde, al di sopra della ferrovia. Inaugurata nel lontanissimo 1959, ha avuto, se così si può dire, una storia da raccontare e tre proprietà.

Con ordine. I primi soci furono: Giovanni Bulzinetti, Rolando Ascani, Nicola Sebastiani e Cesarino Berardi. Personaggi che hanno fatto la storia di Misano. Sebastiani è stato anche sindaco. Bulzinetti invece era il fattore dei Cerri,  potente famiglia di possidenti.

Cesarino Berardi invece è stato l’audace geometra del boom edilizio misanese e non solo. Aveva una mano felice ed una mente aperta. Nel dopoguerra si abbona a riviste di architettura americane. Studia, elabora, rivede. Sono ispirati agli Stati Uniti l’urbanizzazione del quartiere Santamonica; a forma elicoidale, con strade molto larghe.

A Berardi si deve anche la pista dell’autodromo Santamonica, il ristorante all’ingresso dell’autodromo, “da Ricci” (poi trasformata in discoteca; oggi è di proprietà del Comune e aspetta una destinazione d’uso). Da “Ricci” si caratterizzava per la modernità della palazzina, il parco con piscina e campi da tennis. Progettata da Berardi anche la chiesa di Misano Mare.

Sua anche la pista di go-kart. Quando ne parlava, era orgoglioso della sua creatura. Insomma, dietro quel disegno avvincente, c’è una mente alta. Dice Volturno Bronzetti, uno dei sei soci di oggi: “Tutti quelli che vengono qui, dicono che la pista è bellissima. Soprattutto gli stranieri. E’ tecnica, per andar forte ci vogliono indubbie qualità. Ci sono pochi margini d’errore. Forse è anche per questa che piace ai campioni di moto e auto”.

Negli anni ’80, la pista passò a Fausto Bellettini. Nell’85, gli subentrarono: Quarto Bronzetti, Volturno Bronzetti, Rosanna Protti, Stefano Giometti, Luigi Paladini, Giancarlo Matteini.
Lunga circa 700 metri, su 23.000 metri quadrati di spazi, perimetro nobilitato da pioppi a cipresso, la pista ha subito due  ristrutturazione importanti. La prima è dell’85; i tanti pali con i lampioni al neon vengono sostituiti da due tralicci centrali con i riflettori. Nel ’90, c’è il secondo atto. Si allarga la pista di un paio di metri; ma le curve sono sempre paraboliche in stile Monza.

Aperta da Pasqua ad ottobre, non c’è giovane della provincia di Rimini e dintorni che non abbia  girato sulla “Riviera Verde”. Non c’è campione in gara alla Santamonica che non vi abbia fatto tappa. Le sfide mitiche dei campioni avvengono il pomeriggio. In pratica la pista viene “chiusa” appositamente per loro. Con l’avvento della motorad (un ottimo allenamento per i campioni delle due ruote), tutti i centauri romagnoli la scelgono come tracciato di prova: Rossi, Simoncelli, Capirossi, Dovizioso, Elias, Katoh. Un pomeriggio, dopo essere stati da Pazzaglini (Canè) per il suo indimenticabile spaghetto di mare, piombano sulla pista Rossi e Gibernau. In me che non si dica (non si sa come ma alcune notizie sono più veloci della luce) lungo il perimetro della recinzione accorrono centinaia e centinaia di fan. Oltre che gioia per gli appassionati, negli anni la pista è stata anche teatro di eventi prima ancora che agonistici, spettacolari. Eventi organizzati in collaborazione con Tamburini Moto. In uno di questi, c’era anche il sedicenne Dovizioso. Urla lo speaker: “Ricordatevi di questo ragazzo, sarà un campione”.

Nella sua storia della “Riviera Verde”, il compianto campionissimo giapponese Katoh era un assiduo; viveva in un appartamento a Portoverde ed era di casa. Il giovedì, prima della fatale domenica, era sulla “Riviera Verde”. Lo ricordano come un ragazzo molto gentile. Oggi, quando sono a casa lontano dal mondiale, attorno alle 18, quasi tutti i giorni, si incontrano il campione di Moto2 Takahashi e Fabrizio Cecchini, misanese, capo-meccanico del team Gresini.

Agli amici che si divertono  sfidandosi a tavoletta in una gara, la direzione li omaggia con una bottiglia di spumante, l’inno d’Italia e il podio. Emozioni assicurate sulla piccola Monza.

I CAMPIONI

“Sono passati tutti. Ma proprio tutti. Tutti i campioni che hanno corso alla Santamonica sono venuti a divertirsi sulla nostra pista. E che divertimento”. Gli occhi di Luigi Paladini si illuminano quando racconta. Ha 64 anni portati da farlo sembrare un ragazzino, ed è al Riviera Verde da quando ne aveva 21, il più longevo. Un pomeriggio degli anni Settanta, per un’ora, Luigi si cimentò con Giacomo Agostini, 15 titoli di campione del mondo in bacheca, forse il più grande campione di moto di tutti i tempi. I due inanellano giri su giri, con sorpassi mozzafiato, come fosse stata una competizione da mondiale.

E andiamoli a vedere questi tutti, negli anni: Kenny Roberts, Randy Mamola, Sete Gibernau, Valentino Rossi, Marco Melandri, Marco Simoncelli, Alex Barros, Daijiro Katoh, Takahashi, Toni Elias, Richy Chionari, Loris Capirossi, Dovizioso.

Tra i campioni e lo staff del Riviera Verde si instaura il più classico dei rapporti romagnoli: la complicità per le sinfonie dei motori.

Una sera capitano insieme una trentina di piloti. Il branco si dà battaglia come se fossero sulla pista più lunga.

Il miglior tempo sui kart parla brasiliano. Venne stabilito da Alex Barros. Quando correva col team Gresini, alloggiava da “Luigi’s”. Aveva una caterva di amici misanesi.

 

 

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