Home » Eventi Cattolica 2023 » Fogheraccia di San Giuseppe
Nei crocicchi principali dei rioni, in spiaggia di fianco al Kursaal, nei campi lontano dalle vie asfaltate, dal porto al Comune: erano i fuochi di San Giuseppe.La notte del 18 Marzo Cattolica si accendeva tutta e si scaldavano i cuori.
La Fogheraccia (o focheraccia) ha origini antiche, che si intrecciano con la storia profonda della città, i rituali di pagana memoria e la sua natura marinaresca: mentre in campagna e a monte della ferrovia si bruciavano sterpaglie, scarti di raccolto e rami della potatura, sul mare i pescatori raccoglievano tronchi e legna portati in spiaggia dalle piogge invernali.
In entrambi i casi il fuoco del Marzo era un rituale: sanciva il passaggio da una stagione fredda e piovosa ad una calda e fruttuosa e celebrava l’imminente arrivo della Primavera.La ricorrenza qui a Cattolica, così come in tutta la Romagna, era sentita come una festa, un’occasione di incontro e un momento di ritrovo tra le generazioni, era una gara mai dichiarata al “Marzo più bello”, – al Merz – che portava i ragazzi dei vari quartieri ad una corsa forsennata in giro per la città a raccogliere legna, fascine, cassette – spesso copertoni – per creare il Marzo più alto, quello più grande e duraturo, che avrebbe bruciato più a lungo e battuto tutti gli altri.
I giorni, se non addirittura le settimane, precedenti il Marzo, la città si animava e un brusio costante di carretti e dispetti riempiva le ore del giorno e spesso della notte.Non erano insolite infatti ruberie di legname e attentati alle cataste di legna.
Il momento del fuoco era un momento magico: l’agitazione della preparazione lasciava il posto all’emozione dell’accensione; i volti si illuminavano scaldati dal crepitio del fuoco, c’erano canti, filastrocche, balli e impavidi e un po’ sciagurati salti oltre le fiamme. C’era il giro della città con i propri genitori, per vedere tutte le fogheracce accese e scegliere la più bella, c’erano le ultime scintille, l’odore del fumo che rimaneva poi fino all’indomani, c’era la voglia di stare insieme, c’era la voglia di fare gazòja.