Intervista a Marco Simoncelli

Simoncelli, il campione cortese

Campione del mondo 250
Racconta gli inizi. Le passioni, gli amici, il legame con Coriano e la Romagna,
il talento, gli allenamenti.

Marco Simoncelli (20.01.1987 – 23.10.2011):  poco più di 20 anni, 1,83 cm di altezza, 72 chilogrammi di peso, un linguaggio spigliato e colorito, come i ragazzi della sua età. Ed è spigliato e colorito anche in moto. Non a caso ha grandi affinità, fisiche e non, con quel funambolo di Valentino Rossi e molto poca con i piloti musoni, divette e che se la tirano. Quest’anno ha fatto proprio il mondiale 250, entusiasmando come solo i grandi sanno fare.

Giovanissimo, ma già un veterano delle due ruote. Ha debuttato nel motomondiale, Aprilia 125, a 15 anni, il premio per aver vinto il Campionato Europeo. Seppur con grandi aspettative, viene da due stagioni nel motomondiale 250 con più grigi che colori. Il 2008, si presenta all’insegna del: o dentro o fuori del grande giro.

Agli esordi, era uno dei piloti di punta dell’Aprilia 125 ufficiale e ragazzo prodigio della carovana. Sempre con i primi e due vittore mondiali.

  • Quali sono le piste che più le piacciono?

“Quelle dai curvoni veloci, da 170-180 all’ora, dove ci vuole il pelo per entrarvi. Dove il pilota riesce a fare la differenza. E godi quando entri forte in quella curva. I miei posti giusti sono: Jerez (Spagna), Assen (Olanda) e Phillips Island (Australia)”.

  • Che cosa le dicevano gli amici del Liceo al ritorno dalle gare?

“Nulla di particolare; erano contenti per me”.

  • Chi sono i suoi amici?

“Quelli delle elementari: Baffo, Mattia”.

  • C’è la paura in moto?

“In corsa mai; c’è quando stai per cadere e cerchi di non andarci per terra. Invece, quando sei in moto pensi solo ad andare più forte possibile, altrimenti non riusciresti ad andar forte”.

  • Quali sono i suoi hobby?

“Fare il cross in moto, andare in bici e le ragazze”.

  • Come si allena?

“Per la 125, dove non ci vuole forza ma fiato, andavo in bici da strada; 4-5 uscite la settimana per 80 chilometri per volta. Nelle 250, alla bici, ho affiancato la palestra per avere più forza nelle braccia”.

  • Quando ha iniziato?

“Con le minimoto a Cattolica. Avevo 7 anni. A 8 mi hanno regalato la prima minimoto. Tra le minimoto ho vinto dei titoli italiani, due volte secondo e secondo anche nell’europeo. A 14 anni è avvenuto il salto nel campionato italiano e Trofeo Honda col team Matteoni. Cadevo molto e Matteoni mi consiglia di piegare meno rispetto alla minimoto. A 15 anni faccio l’europeo: una vittoria e tre secondi posto”.

  • Nel motomondiale quali sono gli amici?

“Vado molto d’accordo con Valentino; ci troviamo abbastanza bene come carattere. Il mio amico migliore è Alex Baldolini, un ragazzo di Pesaro”.

  • E Biaggi?

“Più simpatico di come si presenta in Tv”.

  • Cosa vuol dire mettere a punto la moto?

“Il pilota deve essere bravo a raccontare le sensazioni che prova ai tecnici. Magari ci sono due soluzioni e sono i tecnici e decidere come muoversi. In questo Valentino è un autentico maestro”.

  • Che cos’è il talento?

“Il talento lo hai dentro. Magari alcuni piloti lo tirano fuori prima, altri dopo. Per me però conta più il fattore mente rispetto a quello naturale”

  • E Rossi?

“E’ un caso a parte. E’ un talento innato ed ha molta testa. Scherza, ride in griglia, ma quando si infila il casco ha una capacità di concentrazione come nessuno”.

  • Che cosa voleva diventare nella vita?

“Il pilota, da quando vedevo le gare in Tv”.

  • I suoi sogni?

“Vincere il mondiale nelle 250 e fare il salto in Moto Gp”.

  • Qual è il complimento che più le piace?

“Sono fiero quando dicono che il successo mi ha lasciato tale e quale a prima”.

  • Che cosa si porta della Romagna in giro per il mondo?

“La piadina”.

  • In quale team si mangia meglio?

“Da Matteoni si mangia da dio. Ha una ‘arzdora’ come cuoca”.

La Piazza di Rimini – Giornale di Cattolica, Novembre 2008

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