La piadina romagnola

La piadina romagnola

 

 

La piadina

Preparazione

900 gr. di farina (meglio se Tipo 0)
150 gr. di strutto
1/2 l   acqua / latte intero
bicarbonato (facoltativo)
sale
Scaldate mezzo litro abbondante di acqua a cui aggiungerete un cucchiaio da tavola di sale e un pizzico di bicarbonato (facoltativo). L’acqua può essere sostituita del tutto o in parte con del latte intero.

Versate su un piano la farina a pioggia, per darle aria. Formate uno scavo al centro, nel quale verserete l’acqua calda e immergetevi lo strutto cercando di scioglierlo completamente. Impastate energicamente il tutto fino a renderlo omogeneo ma non eccessivamente morbido.

Dividete l’impasto in 9 rondelle da tirare poi col matterello fino a uno spessore di circa mezzo centimetro. Fin quì la stessa tecnica della pasta fatta in casa.

Per la cottura, in mancanza di una vera teglia (piastra di ferro, anticamente di terracotta) si può usare anche la bistecchiera da porre su un fornello a gas. La teglia, che da noi si chiama teggia, non deve essere troppo sottile e va tenuta a una temperatura non troppo alta. Una volta sul fuoco il vostro capolavoro va mosso spesso e rigirato con una forchetta. La piadina infatti deve essere cotta fuori e dentro. A questo punto, quando le bolle in superfice sono bruciacchiate, la piadina, o piada, è pronta per essere gustata.

Con che cosa? Con tutto ciò che vi aggrada: oltre al classico prosciutto crudo e allo stracchino fanno parte della storia della piada le erbe lessate di campagna (con un po’ d’aglio), i sardoncini arrosto o le salsiccie. I giovanissimi assicurano che è OK anche con la Nutella. La buona piadina deve essere mangiabile anche da fredda, appetibile anche il giorno dopo, se appena riscaldata.

Se non vi è riuscita bene: dopo la dose di strutto provate a variare la consistenza dell’impasto ma soprattutto la temperatura di cottura.

 

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